Nel piano d’azione congiunta di novembre (2015) e nell’accordo di marzo (2016) la Turchia viene definita “negotiating candidate country” o paese candidato in fase di negoziato. La posizione della Turchia come paese candidato all'integrazione europea e i rapporti socio-economici e culturali decennali tra l’UE e la Turchia sono centrali nell'esame dell’accordo:

  • dal punto di vista politico: i rapporti istituzionali tra la Turchia e l’Europa risalgono agli albori dell’integrazione europea. Dopo l’Accordo di Associazione tra la Comunità economica europea (CEE) e Ankara (1963), la Turchia è diventata paese candidato dal 1999, avviando i negoziati di adesione all’Unione nel 2005. Fino al 2007 - quando il processo si è arenato - il governo turco ha realizzato diverse riforme per adeguare l’ordinamento del paese alle normative comunitarie, in un costante dialogo con le istituzioni dell'UE. Il fatto che la liberalizzazione del regime di visti per i cittadini turchi in area Schengen e l’accelerazione del processo negoziale di adesione della Turchia al’UE siano stati inseriti nell’accordo tra le principali contropartite per Ankara mostra la centralità del tema. 

  • dal punto di vista sociale: la democratizzazione del Paese a livello politico e normativo ha comportato un notevole sviluppo della società civile, allargandone i campi di espressione e di azione. Inoltre, negli ultimi 7 anni, grazie al programma di dialogo con la società civile, l’UE ha co-finanziato oltre 350 progetti, contribuendo allo sviluppo delle ONG locali. In Turchia figurano circa 40 ONG che lavorano in progetti legati all'accoglienza dei rifugiati. Queste ultime non sono beneficiarie dirette dei finanziamenti previsti nell’ambito dell’accordo UE-Turchia ma grazie alla loro conoscenza del contesto locale costituiscono un punto di riferimento nella gestione dei richiedenti asilo, sia per le ONG internazionali - titolari di progetti finanziati dall’UE - che per lo stesso governo turco.

  • dal punto di vista economico e commerciale: i rapporti tra Bruxelles e Ankara sono profondi. La Turchia ha aderito all’Unione doganale nel 1996, l’UE è il primo partner commerciale della Turchia e oltre il 70% degli investimenti diretti stranieri nel Paese provengono dall’UE. Non a caso uno dei punti dell’accordo UE-Turchia riguarda proprio l’upgrade dell’unione doganale che, di fronte allo stallo del processo di adesione della Turchia e degli ostacoli alla liberalizzazione dei visti, ha assunto una funzione di compensazione.

I rapporti pregressi tra UE e Turchia in tutti questi ambiti hanno reso più semplice tanto la conclusione dell'accordo che la sua implementazione. 



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Last modified: Monday, 3 July 2017, 12:35 PM