1. Politiche UE: tra mercato unico e diritti fondamentali

1.1. Il caso della Audiovisual Media Service Directive

Nell'ambito della sua strategia per il mercato unico digitale, nel maggio 2016 la Commissione ha proposto una riforma della Direttiva sui servizi di media audiovisivi, la cosiddetta AVMSD (Audio visual media services Directive).

La proposta di riforma della Commissione è stata oggetto di intensi negoziati con il Parlamento e il Consiglio in qualità di co-legislatori ed è stata infine adottata a novembre 2018. Gli Stati membri hanno ora fino a 21 mesi per trasporre la direttiva nella loro legislazione nazionale.

L'attuale Direttiva UE sui servizi di media audiovisivi disciplina il coordinamento a livello europeo della legislazione nazionale su tutti i media audiovisivi, e si applica sia alle trasmissioni TV tradizionali, sia ai servizi di video on-demand e alle piattaforme online per la diffusione di contenuti audiovisivi, come YouTube e Facebook.

L'obiettivo principale della riforma era modificare la precedente direttiva del 2010 per aggiornare il quadro giuridico ai drastici mutamenti intervenuti nel panorama dei media in seguito alla rapida diffusione di internet.

I principali elementi di novità introdotti dalla riforma sono sintetizzati in questa infografica:

Pur riconoscendo una rilevanza particolare alle dimensione commerciale relativa alla tutela della libera circolazione dei servizi audiovisivi tra Stati membri, la Direttiva è riuscita a introdurre nuove norme anche per salvaguardare il pluralismo dei media, combattere l'odio razziale e religioso, garantire l'indipendenza delle autorità nazionali dei media.

In particolare, la Direttiva prevede l'obbligo per gli Stati membri di:

- disporre di autorità di regolamentazione indipendenti per i media audiovisivi. Tali autorità (l'AGCOM per l'Italia) dovranno soddisfare i criteri di indipendenza elencati nella direttiva, ovvero essere giuridicamente distinte dal governo e indipendenti, dal punto di vista del funzionamento;

- garantire che le piattaforme online adottino misure per proteggere il pubblico dall'istigazione alla violenza o all'odio e ai contenuti che costituiscono reati (incitazione pubblica a commettere reati terroristici, pornografia infantile e razzismo o xenofobia).