3. La procedura di infrazione e l'articolo 7 TUE

Una questione centrale del dibattito sui media in Europa è data dal numero limitato di normative cui potersi rifare per spingere gli Stati membri a garantirne la libertà ed il pluralismo. 

La procedura di infrazione ordinaria  

In alcuni casi e conformemente ai trattati dell’UE, la Commissione può adire le vie legali con una procedura d’infrazione contro un Paese dell’UE che non attua il diritto dell’Unione europea. La Commissione può deferire il caso alla Corte di Giustizia dell'UE che, in alcuni casi, può imporre sanzioni pecuniarie.

Il caso dell’Italia 

La procedura di infrazione avviata contro l’Italia dalla CE nel 2006 su esposto dell’associazione Atroconsumo costituisce un esempio in questo senso. La normativa italiana violava le direttive 2002/21/CE (direttiva quadro), 2002/20/CE (direttiva autorizzazioni) e 2002/77/CE (direttiva concorrenza) perché di fatto ostacolava l'ingresso di nuovi operatori nel mercato dei servizi di radiotelediffusione in tecnica digitale, rafforzando la posizione degli operatori televisivi già presenti sul mercato italiano.  

Il 31 gennaio del 2008, la Corte di Giustizia dell'UE ha emanato una sentenza definitiva in merito alla violazione, a cui ha dato seguito nel maggio 2018 il Consiglio di Stato italiano.

La procedura di sospensione ex articolo 7 TUE 

L'Unione europea può sospendere i diritti di un
o Stato membro (ad esempio il diritto di voto in sede di Consiglio) in caso di violazione grave e persistente dei principi sui quali poggia l'Unione (libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto). 

Il caso dell’Ungheria

Le normative UE riguardanti l’antitrust e la concorrenza non sono sufficienti a sanzionare le violazioni della libertà dei media come dimostra il caso dell’Ungheria. Negli ultimi anni, la proprietà dei media, parallelamente al controllo delle istituzioni democratiche, è andata concentrandosi nelle mani del governo. 

In considerazione di questa situazione, nel 2018 la Commissione LIBE del Parlamento europeo ha presentato un rapporto elencando dodici violazioni tra cui: l’indebolimento della Corte costituzionale e del potere giudiziario, corruzione, restrizione riguardo alla libertà di espressione, concentrazione e intimidazione dei media, di organizzazioni non-governative e di istituti di ricerca.

Alcuni mesi dopo il Parlamento europeo ha approvato per la prima volta l’avvio di una procedura secondo l’articolo 7 TUE.