Il lavoro del Parlamento europeo

Sito: Moodle OBC - Transeuropa
Corso: Il Parlamento dei diritti
Libro: Il lavoro del Parlamento europeo
Stampato da: Utente ospite
Data: sabato, 27 aprile 2024, 01:23

1. Parlamento europeo: organizzazione e competenze

Il Parlamento è attualmente l'unica istituzione europea i cui membri sono eletti tramite suffragio universale diretto ogni 5 anni. E' composto da 705 deputati provenienti dai 27 paesi membri in numero proporzionale alla loro popolazione.


Questa è l'attuale organizzazione del PE:


Organizzazione del Parlamento Europeo

Fonte: Parlamento europeo

Questa infografica riassume gli attuali poteri attribuiti al PE, per lo più a partire dal Trattato di Lisbona.

Competenze del Parlamento Europeo


2. I gruppi politici

I deputati al PE sono eletti in base ai sistemi elettorali nazionali, rispettando alcuni principi comuni sanciti dalla normativa europea, in particolare la rappresentanza proporzionale. 

Una volta eletti, i parlamentari non sono raggruppati su base nazionale ma per appartenenza politica. L’attuale PE è diviso in 7 gruppi politici che siedono insieme nell'emiciclo parlamentare. 

Guarda il video di introduzione agli attuali gruppi politici: 




Vedi anche la pianta interattiva dell'emiciclo di Bruxelles e di Strasburgo

Distribuzione seggi PE a Bruxelles


Secondo il regolamento parlamentare, si può formare un gruppo politico in qualsiasi momento durante il mandato; per formare un gruppo sono necessari 25 europarlamentari di 7 paesi diversi. 

Attualmente, i gruppi politici presenti al PE sono:

  1. Gruppo del Partito popolare europeo (Democratico Cristiano) (EPP)

  2. Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo (S&D)

  3. Renew Europe Group (RENEW)

  4. Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea (GREENS/EFA)

  5. Gruppo Identità e Democrazia (ID)

  6. Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR),

  7. Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo (GUE/NGL)


I parlamentari che non appartengono ad alcun partito politico sono noti come ‘Non Iscritti’ (Non-inscrits - NI).

I gruppi politici del Parlamento Europeo
Fonte: Parlamento Europeo

Per saperne di più leggi il briefing del Servizio di ricerca del Parlamento europeo: Parlamento europeo: fatti e cifre (aggiornamento marzo 2022) 

I gruppi politici europei sono multinazionali e multi-linguistici ma anche multiculturali se si considera la varietà di esperienze politiche di cui sono portatori le deputate e  deputati. Fare sintesi di tanta diversità non è facile ma se si guarda alle scelte di voto degli/lle europarlamentari si nota come l'appartenenza ad un gruppo politico sia il fattore più rilevante e di gran lunga più determinante dell'appartenenza nazionale. 

Inoltre, nella dinamica europea non conta solamente l'appartenenza nazionale e quella politica ma anche quella istituzionale (eg. Parlamento vs Consiglio). Non è raro che in Parlamento si esprima sostegno a specifiche cause attraverso dichiarazioni congiunte di vari gruppi politici trasversali dal punto di vista sia nazionale che ideologico.






3. Le sedi e l'agenda

Le sedi del Parlamento europeo sono tre. La maggior parte delle sessioni plenarie si svolge nella sede francese a Strasburgo, mentre le Commissioni parlamentari si riuniscono nella sede di Bruxelles. La città di Lussemburgo ospita invece il Segretariato Generale del PE dove vengono risolte questioni principalmente amministrative. 

Le sedi del Parlamento europeo

Cosa fanno quotidianamente gli eurodeputati, meglio conosciuti con l’acronimo MEPs (Members of the European Parliament)? 

→  lavorano e votano le leggi europee che coprono quasi tutte le aree di competenza dell'UE;

→  lavorano al bilancio dell'UE;

→ svolgono un controllo democratico su altre istituzioni e agenzie dell'UE, ad esempio eleggono il/la presidente del Parlamento europeo e approvano il/la presidente della Commissione europea.

Attualmente questi due ruoli sono ricoperti rispettivamente da Roberta Metsola e Ursula von der Leyen.

Per facilitare la comprensione delle attività del Parlamento e di quando queste accadono, il calendario parlamentare è stato organizzato secondo un codice a colori: rosso per la settimana plenaria; rosa per la settimana delle commissioni; blu per la settimana dei gruppi politici; turchese quando i deputati al Parlamento europeo vanno nei loro collegi elettorali.

Le Plenarie avvengono una volta al mese e, generalmente, sono sessioni concentrate in pochi giorni della settimana durante le quali i/le deputati/e discutono o votano un numero massimo di fascicoli. Il lavoro che richiede più tempo è però quello preparatorio, quello che accade durante le settimane rosa e blu al Parlamento di Bruxelles (fonte: How it works: the European Parliament).

Scopri in che modo i membri del PE rappresentano i cittadini europei: 
 
 Fonte: Multimedia Centre del Parlamento Europeo, 2020





4. Le commissioni parlamentari

La gran parte del lavoro del Parlamento europeo è svolto dalle commissioni parlamentari, le quali si dividono in permanenti e speciali.

Le commissioni permanenti si incontrano una o due volte al mese a Bruxelles, in sessioni aperte al pubblico, e preparano le proposte legislative da votare in plenaria. Le commissioni di inchiesta e le commissioni speciali sono istituite per affrontare problemi particolari.

Questo è l'elenco di tutte le Commissioni parlamentari: 

Commissioni parlamentari del PE
Fonte: Parlamento Europeo 2021

Le Commissioni variano per numero di membri e importanza, ma la composizione riflette sempre il peso dei gruppi politici nel parlamento. La commissione deputata ai temi dell'anti-discriminazione è una delle principali: la LIBE - Libertà civili, giustizia e affari interni

Il relatore/relatrice (rapporteur): E’ l’eurodeputato/a che viene incaricato dalla propria commissione di preparare una relazione sulla proposta legislativa in questione. Il suo compito è quello di redigere un testo da votare all'interno della commissione e successivamente in sessione plenaria. Durante la stesura di una relazione, il/la relatore/trice discute con gli altri deputati e si consulta con gli esperti durante le audizioni appositamente organizzate.

Relatore/relatrice "ombra": Per seguire l'andamento di una relazione, i gruppi politici possono nominare dei relatori ombra responsabili del tema in questione all'interno del loro gruppo politico. Sono dunque di vitale importanza nella ricerca di un compromesso tra più gruppi politici sulla relazione.

Coordinatore/rice: I gruppi politici nominano un/a loro rappresentante in ogni commissione in qualità di coordinatore/trice e portavoce (spokesperson) del gruppo. I coordinatori mobilitano i membri del rispettivo gruppo durante le votazioni e nominano i relatori e i relatori ombra.

Relatore/trice per parere: Se a una commissione viene chiesto un parere su una relazione preparata da un'altra commissione, viene nominato un/a relatore/trice per parere.

Il lavoro parlamentare nelle commissioni dove si discutono e approvano gli emendamenti alle proposte legislative è illustrato in questo video: 


 



5. Il Parlamento e la "Direttiva orizzontale"

Benché la tutela europea dalle discriminazioni goda di un'ampia base legale nei trattati e nella Carta dei diritti fondamentali equiparata ai trattati, oltre che nelle direttive approvate, il nodo della direttiva 2008/0140(APP) cosiddetta orizzontale non è ancora stato risolto

Dalla presentazione del rapporto all'assemblea plenaria da parte della Commissione parlamentare LIBE nel marzo 2009 la discussione non ha trovato una soluzione. 

Il vivace dibattito in plenaria che ne è seguito ha evidenziato subito le divergenze tra europarlamentari e gruppi politici. Alcuni hanno espresso sostegno alla direttiva evidenziando la necessità di standard di protezione maggiori contro le discriminazioni, altri invece hanno espresso preoccupazione circa l'aggravio di costi per le amministrazioni pubbliche, altri ancora hanno evidenziato i rischi di violazione della libertà religiosa.

Alla fine però il Parlamento europeo ha espresso il suo parere sostanzialmente positivo sulla direttiva con una risoluzione adottata il 2 aprile 2009. 

La direttiva orizzontale è stata bloccata invece dal Consiglio che da allora vede l'opposizione di sette paesi membri, tra cui la Germania. Pur riconoscendo l’importanza della lotta contro le discriminazioni di ogni genere, alcuni stati hanno messo in discussione la necessità della proposta della Commissione, argomentando che la direttiva viola le competenze nazionali dei Paesi membri e non rispetta i principi di sussidiarietà e proporzionalità. 

Nel 2012 si è tenuta un'audizione presso la Commissione LIBE nella quale alcune importanti ONG  sono state invitate a suggerire come risolvere il problema della direttiva orizzontale bloccata al Consiglio.

Nel suo intervento alla plenaria del 2014 l'europarlamentare dell'ALDE Sophie in't Veld critica duramente lo stallo politico che impedisce l'approvazione della direttiva di cui era stata relatrice ombra.

Nel corso dell’attuale legislatura, nell’ottobre 2019 il PE ha tenuto un dibattito su come “portare avanti la direttiva orizzontale contro la discriminazione”, durante il quale diversi europarlamentari hanno sottolineato la necessità di tale direttiva per colmare le persistenti lacune nella protezione contro le discriminazioni nell’Ue. 

Infine, il PE ha chiesto l’adozione della direttiva per l’ennesima volta nella risoluzione del gennaio 2021 sulla nuova Strategia dell’UE per la parità di genere, nella quale sottolinea che “una prospettiva orizzontale intersezionale è essenziale in qualsiasi politica sulla parità di genere al fine di riconoscere e affrontare le molteplici minacce di discriminazione” (Risoluzione del PE 2019/2169(INI)) e nella risoluzione sulla Parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro alla luce della UNCRPD (2020/2086(INI)) nella quale “invita il Consiglio a sbloccare, senza ulteriori indugi, i negoziati sulla proposta di direttiva orizzontale anti-discriminazione e a procedere verso un accordo, estendendo in tal modo la protezione delle persone con disabilità al di fuori della sfera del lavoro” (Risoluzione del PE 2020/2086(INI)).

Fonti:

The EU's role in combating discrimination 

Legislative Train Schedule - Area of Justice and Fundamental Rights 

6. Il ruolo degli intergruppi

Gli intergruppi sono organizzazioni trasversali che riuniscono parlamentari di diversi gruppi politici e varie commissioni per scambi informali di opinione su materie particolari e per promuovere i contatti fra parlamentari e società civile. Non sono organi del PE e, formalmente, non possono prendere posizione o votare ma possono portare istanze particolari all'attenzione di figure chiave nell'UE. Organizzando incontri fra parlamentari di diversi gruppi, gli intergruppi riescono a puntare i riflettori su questioni specifiche. Invitando determinati relatori, segnalano particolari punti di vista. Possono anche invitare Commissari per uno scambio di opinioni. 

La semplice presenza di un intergruppo su una questione segnala che il PE la trova importante. La forza di un intergruppo dipende da quanto è attivo e dal livello di coinvolgimento dei parlamentari.

Il lavoro degli intergruppi si divide in parlamentare e non parlamentare.

Il lavoro parlamentare comprende la redazione di briefing, interrogazioni parlamentari, risoluzioni, dichiarazioni, report, udienze parlamentari e consulenza in vista di voti importanti.

Il lavoro non parlamentare comprende l'organizzazione e partecipazione ad eventi (dentro e fuori il PE), la redazione di articoli, lettere e comunicati stampa, newsletter e gestione della presenza online.

Il lavoro degli intergruppi, in particolare di quelli che si occupano di razzismo e discriminazione, è particolarmente rilevante per gli scopi di questo percorso: Disability Intergroup, Anti-discrimination and diversity intergroup (ARDI), Intergroup on freedom of religion and belief (FORB), Intergroup on LGBTI Rights.

Presteremo particolare attenzione all'intergruppo Anti-Discrimination and Diversity Intergroup (ARDI), che mira a contrastare il razzismo e informare sull'azione del PE contro le discriminazioni. ARDI ha 7 gruppi di lavoro informali, composti da membri interessati a temi specifici come islamofobia, afrofobia, xenofobia e razzismo contro i nomadi.

Sentiamo Alfiaz Vaiya*, coordinatore di ARDI dal 2015 al 2019, che ci spiega in maggiore dettaglio il lavoro dell'intergruppo.




Alfiaz ci spiega anche il modo in cui gli intergruppi influenzano il processo legislativo UE in tema di anti-discriminazione 




Nel 2016 , l'ARDI ha ottenuto la revoca dell'immunità parlamentare per due parlamentari responsabili di incitamento all'odio. Sentiamo Alfiaz su questo episodio e sul lavoro dell'intergruppo contro l'incitamento all'odio in Europa.



*Alfiaz Vaiya è stato coordinatore dell’ARDI dal settembre 2015 al 2019.  Prima di entrare nell’ARDI, Alfiaz ha lavorato su questioni legate all’anti-discriminazione per le organizzazioni di società civile a Londra e Bruxelles, e al Parlamento europeo. Alfiaz ha una laurea in Giurisprudenza ottenuta alla Leeds Metropolitan University e un master in Relazioni internazionali: Global Economic Governance conseguito all’University of Birmingham.


Fonti:

Gli intergruppi del Parlamento europeo 

European Parliament Intergroups