SLAPP, FOIA, Whistleblowers, Disinformazione

4. Cosa è la disinformazione?

Il giornalismo oggi è una delle forme della produzione di informazione. Tuttavia, grazie alle possibilità offerte dal web, la linea tra chi produce e chi riceve informazione si è assottigliata. Chiunque può creare e distribuire contenuti in tempo reale sulla rete e tramite i social media.

Il termine “fake news” si è diffuso durante le presidenziali statunitensi del 2016, quando i liberali ne facevano uso per attaccare i media di destra e l'allora candidato Donald Trump lo utilizzava per delegittimare le critiche che gli venivano rivolte.

Poter accedere ad un’informazione affidabile è centrale per la democrazia ma distinguere il buon giornalismo dalla propaganda non è sempre facile. 

Claire Wardle e Hossein Derakhshan, nel loro report per il Consiglio d’Europa (CoE), usano il concetto di “information disorder” e, in base alla motivazione di chi lo produce, distinguono fra:
  • mis-information: informazione falsa, condivisa senza intento di causare danno;
  • dis-information: informazione falsa, condivisa con l’intento di causare danno;
  • mal-information: informazione autentica, condivisa con l’intento di causare danno.
Claire Wardle and Hossein Derakhshan, Information disorder: Toward an interdisciplinary framework for research and policy making,

Il contesto digitale ha esacerbato il problema della diffusione delle “fake-news” o della disinformazione.  

Il problema è particolarmente importante da affrontare riguarda i contenuti che non sono di per sé illegali, e quindi punibili secondo le leggi esistenti. Questo è stato anche l’obiettivo dell’UE, da quando il fenomeno ha iniziato a diventare più visibile nel 2015.